Freewhelling significa “pensare a ruota libera”

Freewhelling significa “pensare a ruota libera”

FREEWHEEELING

 

Il freewhelling, a differenza del brainstorming che è una tecnica di gruppo, è una metodologia creativa prettamente individuale, utilizzata per far emergere idee volte alla risoluzione di un problema..

Freewhelling significa “pensare a ruota libera e consiste, dato un problema, nel lasciare libero sfogo, in un limite di tempo, a pensieri, proposte, idee e soluzioni. Attraverso l’utilizzo di questa pratica creativa possiamo creare numerose associazioni di idee.

Il primo fondamentale obiettivo è generare il maggior numero di idee, puntando sulla QUANTITÀ E NON SULLA QUALITÀ, abbandonandosi alla fluidità del pensiero prodotto dall’emisfero celebrale destro, liberando la mente dai “sensi unici chiudi” abituali, dalle convinzioni radicate, dalle idee banali e dalle influenze altrui.

L’ATTENZIONE VA POSTO SU QUELLO CHE NON C’È PIUTTOSTO SU QUELLO CHE È PRESENTE.

Dobbiamo temporaneamente mettere a tacere quella vocina interna che proviene dal nostro emisfero sinistro, rinviando ogni giudizio e critica che possa bloccare la nostra creatività sul nascere.

       A questo punto dobbiamo porre al centro della nostra attenzione l’idea o il problema è lasciare, piano piano, che le parole che ci vengono in mente si associano a una soluzione.

Successivamente bisogna scrivere tutte le idee nuove e le soluzioni che si sono venuti in mente, anche quelle più assurde e strampalate.

Una volta terminato di scrivere il flusso di idee, è opportuno riposarsi qualche minuto, per poi iniziare a lavorare con l’emisfero celebrale sinistro ed esaminare tutte le idee che abbiamo messo sulla carta, eliminando quelle impossibili e di scarsa efficacia, selezionando, valutando e raccogliendo le idee più interessanti e funzionali per una nuova e completa soluzione del problema..

I presupposti fondamentali per svolgere la tecnica in maniera efficace sono:

  • mente lucida
  • stato d’animo è fisico rilassato
  • voglia di divertirsi
  • spontaneità
  • flessibilità
  • originalità

Esercizio

Pensa un problema che vuoi risolvere

1° fase (divergente):

  • rilassati
  • apri spazi alla mente e parla liberamente
  • abbandonati al flusso di pensieri
  • astieniti dall’emettere giudizi di qualsiasi genere
  • scrivi tutte le idee che ti passano per la testa

2° fase (convergente) :

  • Riposati e allenta la tensione per qualche minuto
  • Rileggi tutte le idee elimina quelle palesemente non inutilizzabili o prive di senso
  • Raccogli le più interessanti
  • Scrivi con cura e attenzione l’idea migliore

Ora non ti resta che agire!

“Bisogna avere un caos dentro di sé, per generare una stella danzante”

Frederic Nietzsche

 

 

E-mail efficace con l’uso della PNL:  6 abilità fondamentali

E-mail efficace con l’uso della PNL: 6 abilità fondamentali

Per scrivere e-mail efficaci sono fondamentali sei abilità:

  1. Anzitutto la chiarezza: ridurre i disturbi della comprensione, combinando semplicità e sintesi. In PNL c’è un modello linguistico ( metamodello) ha qui ampio terreno di applicazione.
  • Saper porre a noi stessi le domande che si porrà il lettore: ho cancellato parti importanti del mio ragionamento?
  • Ho generalizzato o deformato alcuni concetti?
  • Il lettore sarà disposto a confrontarsi con la mia esperienza?
  1. La vaghezza, parte complementare della chiarezza. A volte bisogna essere chiari; altre volte bisogna, o conviene, essere vaghi. Utilizzare l’approccio del Milton model: il linguaggio aperto e seduttivo ci permette di essere «abilmente vaghi», facendo affermazioni abbastanza generiche per ricalcare la posizione del lettore, qualunque essa sia.

Se voglio convincere qualcuno, per esempio, posso cominciare con un ricalco generico: sociale, situazionale, emotivo ecc. («L’ambiente in cui viviamo è il patrimonio più prezioso per tutti noi»); o con un argomento in cui la maggior parte dei lettori può riconoscersi facilmente

  1. C’è poi la struttura dell’e-mail (inizio-corpo-fine). Tre sigle possono aiutarci a organizzare il testo in base all’obiettivo:
  • BLOT (bottom line on top), l’argomento principale all’inizio (per esempio, comunicati stampa, memo, avvisi);
  • BLIM (bottom line in the middle), l’argomento principale in mezzo (cattive notizie);
  • BLOB (bottom line on the bottom), l’argomento principale alla fine (proposte commerciali, inviti, messaggi motivazionali).
  1. La quarta abilità è quella di catturare l’attenzione del lettore con una scrittura vivace e interessante. Domande, elementi di sorpresa, variazioni di ritmo, interruzioni di schema, nonché figure retoriche, giochi con le parole e con i numeri. Tecniche di ricalco che sanno creare sintonia e intimità con il lettore. Metafore che sanno trasmettergli un messaggio agendo sulla sua sfera inconscia.
  2. Altra abilità è lo stile: avere un ampio repertorio di stili, per saper scegliere il più adatto a ogni pubblico, a ogni obiettivo, a ogni strumento.
  3. Infine il processo di scrittura: gestire al meglio le diverse fasi dello scrivere, dal prewriting al freewriting al rewriting (progettazione, stesura, revisione).

Uno scrittore scrupoloso, per ogni frase che compone, si porrà almeno quattro domande, e cioè: cosa sto cercando di dire? con quali parole posso esprimerlo? quali immagini o espressioni lo renderanno più chiaro? l’immagine che sto per utilizzare è abbastanza attuale per suscitare l’effetto desiderato?
(George Orwell)

 

 

EMPLOYEE ENGAGEMENT

EMPLOYEE ENGAGEMENT

Diverse definizioni fanno riferimento a una gamma di concetti riferiti alla gestione delle risorse umane (HRM) e al comportamento organizzativo.

Formalmente possiamo definire   l’Employee Engagement come “la somma delle percezioni dei dipendenti circa la propria interazione con l’impresa in cui lavorano”.

E’ la misura in cui i collaboratori sono coinvolti razionalmente ed emotivamente nel loro ambiente lavorativo e si sentono motivati a contribuire al successo dell’azienda: tale indice di misura esemplifica il mix di energia ed entusiasmo cui bisogna aspirare nel proprio luogo di lavoro, sia come datore di lavoro che come dipendente

A me piace definirlo come “Essere positivamente presenti nell’esecuzione dei lavori, contribuendo volentieri con il proprio sforzo intellettuale, sperimentando emozioni positive, e connessioni significative con gli altri.

 Le organizzazioni dovrebbero concentrarsi di rispettare i 3 criteri di gestione del proprio capitale umano, impostando ambienti e modalità di lavoro coerenti con i bisogni dei collaboratori:  

  1. AUTONOMIA: garantire ai dipendenti l’autonomia su alcuni aspetti principali di lavoro tipo
  • Quando (tempo) cioè adottare un sistema di lavoro basato sui risultati piuttosto che su tempo
  • Come (tecnica) cioè fornire una guida e poi permettere loro di affrontare il progetto in modo opportuno senza seguire una procedura rigorosa
  • Chi (team) cioè consentire ai dipendenti un margine di scelta riguardo ai colleghi con cui lavorare
  • Cosa (compito) consentire ai dipendenti di avere regolarmente giorni di “lavoro creativo” in cui possono lavorare su qualsiasi progetto/problema che desiderano

 

2. MAESTRIA : consentire ai dipendenti di migliorare in qualcosa che conta per loro

  • Assegnare compiti né eccessivamente difficili né troppo facili in modo di estendere e accrescere le loro capacità
  • Creare un ambiente consono per promuovere l’apprendimento e lo sviluppo con obiettivi “ben formati”, feedback immediati

3. RESPONSABILITÀ/FINALITÀ: prendere provvedimenti per soddisfare il desiderio dei dipendenti di contribuire a una causa più grande e più duratura di loro

  • Comunicare lo scopo chiaramente in modo che i dipendenti comprendano le finalità strategiche dell’organizzazione e non solo i suoi obiettivi di profitto
  • Usare parole “purpose – oriented” utilizzando spesso il “NOI” che induce a parlare dell’organizzazione nello stesso modo e a sentirsi parte della grande causa.

 

La vera motivazione viene dal successo, dallo sviluppo personale, dalla soddisfazione sul lavoro e dal riconoscimento.”

Le caratteristiche del FLOW

Le caratteristiche del FLOW

LE CARATTERISTICHE DEL FL

In psicologia, il flusso (in inglese flow), o esperienza ottimale , è uno stato di coscienza in cui la persona è completamente immersa in un’attività.

Bambino concentrato in un’attività

 

Il concetto di flusso fu introdotto nel 1975 dallo psicologo Mihály Csíkszentmihályi nella sua teoria del flusso, e si è poi diffuso in vari campi di applicazione della psicologia, come lo sport, la spiritualità, l’istruzione, IL COACHING

Mihály Csíkszentmihályi  ha viaggiato per il mondo e intervistato decine di migliaia di persone chiedendo loro delle volte in cui si erano sentite al meglio e avevano dato il meglio di sé.

DEFINIZIONE DEL FLOW:

Stato di coscienza in cui le persone sono così immerse in un’attività da dimenticare tutto il resto; l’esperienza è così piacevole che le persone la vivranno anche a caro prezzo, per il semplice gusto di viverla”.

Quando entriamo in uno stato di FLOW, la mente ed il corpo sono in perfetta simbiosi e la nostra concentrazione è totale.  Per questo motivo, l’autore definisce questa condizione l’esperienza ottimale. Questa condizione permette di concentrarci totalmente sul momento presente e vivere un’esperienza estremamente appagante.

Csikszentmihalyi spiega che una persona può rendersi felice o triste, indipendentemente dalle condizioni esterne, semplicemente cambiando il proprio stato di coscienza. È un’idea molto cara alla scuola della psicologia positiva e che possiamo trovare anche nello stoicismo. Controllare i nostri stati d’animo ci permette di essere più felici. In questo senso, fare in modo di vivere delle esperienze di flow può avere un grande impatto sulla nostra felicità.

QUANDO SIAMO NEL FLOW SIAMO PIÙ PRODUTTIVI E PERFORMANTI

Lo stato di flow ci permette di essere così concentrati ed immersi nel nostro compito da farci raggiungere prestazioni di altissimo livello.

Il flow può dunque influire sulla nostra produttività, sui nostri risultati e di conseguenza sui nostri successi.

Secondo Mihály Csíkszentmihályi :

  1. Ogni persona con cui ha parlato, a prescindere dalla cultura, dal censo, dal genere o dall’età, ha raccontato di essere sentita al meglio e di aver dato il meglio di sé quando si trovava in uno stato di coscienza alterato, uno Stato in cui ogni decisione, ogni azione fluiva senza soluzione di continuità e nasceva spontaneamente dall’azione precedente. Nel Flow sembra di fluire, è una descrizione letterale dell’esperienza in sé.

2)     Il Flow è universale: lui ha ritrovato la descrizione di questa esperienza in ogni gruppo che ha intervistato. Perché? L’evoluzione ha modellato il cervello umano perché rendesse al meglio una volta entrato nel flow. L’esperienza del Flow appartiene quindi a tutti e ogni luogo, se alcune condizioni iniziali sono soddisfatte.

3)     Le caratteristiche psicologiche fondamentali sono:

a) Concentrazione assoluta: cioè l’attenzione è rivolta unicamente all’attività che stiamo distruggendo. Coinvolgimento, appagamento e assorbimento totale nel qui e ora.

b) Unione di azione e consapevolezza: è la sensazione di unità con il tutto, non siamo più in grado di distinguere il sé e da ciò che è il sé sta facendo (azione e consapevolezza si fondono)

c) Dissoluzione del senso di sé: cioè il critico interiore (Il dialogo interiore) è in silenzio, la voce del dubbio tacce

d) Alterazione della percezione temporale, detta anche “dilatazione del tempo”: Può capitare che il tempo rallenti e di sperimentare l’effetto “fermo immagine” oppure che il tempo acceleri 5 ore trascorrano in 5 minuti (utilizzo della time line secondo la PNL). Il passato e il futuro svaniscono e ci ritroviamo immersi in un presente prolungato, che talvolta è definito deep now.

e) Forte senso  del controllo: abbiamo un forte senso di controllo sulla situazione- speso in una situazione che solitamente non è possibile controllare.  In quel momento siamo il capitano della nostra nave, padroni della nostra piccola fetta di destino. Un giocatore di scacchi, ad esempio, aveva raccontato all’autore di sentire di essere in completo controllo del proprio mondo.

f) Esperienza autotelica: termine greco composto da auto” che significa sé stesso e “telos” che vuol dire scopo: cioè che racchiude in sé lo scopo della propria realizzazione. Ciò che stiamo facendo è tanto piacevole e ricco di significato che faremo di tutto per poterlo ripetere, anche correndo un grande rischio personale e a costo di spese elevato. In altre parole, si tratta di un’attività che costituisce essa stessa uno scopo.

4)    Il Flow è misurabile, con metodi che misurano le 6 caratteristiche e la profondità con cui si manifestano in una certa esperienza

5)   L’esperienza che chiamiamo Flow è in realtà uno spettro di esperienze diverse. In un certo senso, lo stato del flow assomiglia a ogni altra emozione. Prendiamo, per esempio, la RABBIA… Possiamo essere leggermente irritati o assassini omicidi: è la stessa emozione, vista agli opposti dello spettro ed è così anche per il Flow.. Possiamo trovarsi in uno stato DI MICROFLOW (Le 6 caratteristiche ridotte al minimo) di livello basso a un lato dello spettro oppure in un evidente MACROFLOW  (Le 6 caratteristiche al massimo) all’esatto opposto.

6)     La più importante scoperta di Mihaly Csikszezentmihalyi è che le persone che avevano raggiunto il punteggio massimo relativamente al benessere e all’appagamento erano quelle che maggiormente sperimentavano in flow nella propria vita. Lo stato di Flow è il codice sorgente che lo sviluppo delle neuroscienze per fortuna ci ha permesso di comprendere meglio l’esperienza del flow, per capire da dove origine e questo stato e perché (Immagini celebrali)

Avendo la fortuna di vivere dei momenti di flow, non posso che spronarti a cercare di avere più esperienze di questo topo nella tua vita. Anche se non ti dedichi ad attività che si prestano particolarmente questa condizione, puoi di sicuro lavorare sulla tua abilità di entrare nel flusso.

I vantaggi sono davvero notevoli: potrai sentirti più felice, più motivato, produttivo e performante.

L’EDUCAZIONE È SVILUPPARE I NOSTRI VALORI UMANI, NON SOLO CONOSCENZA

L’EDUCAZIONE È SVILUPPARE I NOSTRI VALORI UMANI, NON SOLO CONOSCENZA

Gli istruiti differiscono dai non istruiti, tanto quanto i vivi dai morti”

Aristotele

Ora vi sentite istruiti?

Ho chiesto ai partecipanti, ieri, alla fine del corso di diventa “Coach Professionista”.

Voglio ricordarvi che la maggior parte degli “uomini saggi” che sono passati attraverso questo pianeta, non sono diventati saggi per la conoscenza che hanno ricevuto nelle scuole e nelle università, né hanno dimostrato il loro valore attraverso un documento, ma attraverso le loro esperienze, dando un buon esempio agli altri.

L’educazione non riguarda solo la conoscenza, cioè ciò che impariamo nei corsi, nelle scuole o nelle università.

L‘educazione è anche il modo in cui usiamo la conoscenza che abbiamo ricevuto, cioè il modo in cui trattiamo i nostri simili e il resto delle creature viventi del luogo, il modo in cui mettiamo il bene comune al di sopra delle nostre ambizioni e piaceri personali.

L’educazione è dire prendere dalla natura ciò che può darci, condividerlo con i nostri simili (e il resto delle creature del pianeta) e lasciare qualcosa per le generazioni future.

L‘educazione è mantenere e sviluppare i nostri valori umani, come la Pace, la giustizia, il dovere, l’onestà, la verità, il duro lavoro e l’amore per l’uomo, la società e l’ambiente, evolvendo la società umana verso il futuro che merita

Ci sono persone la cui conoscenza non impedisce loro di essere animali”. diceva Cervantes

Uno sguardo all’ambiente è spesso sufficiente per convincerti: spazzatura in ogni angolo, deforestazione delle nostre foreste, frammentazione dei nostri ecosistemi naturali, sviluppo non regolamentato, golf e hotel sulle spiagge di nidificazione delle tartarughe, pesca eccessiva dei nostri mari e molto altro che non posso nemmeno elencare.

Tanto più quando si pensa a come trattiamo i nostri simili. Se dubiti fai una passeggiata in città, prova ad attraversare la strada, vedi cosa sta succedendo nei parcheggi dei disabili o semplicemente metti notizie e vedi quanti stanno rubando i soldi della gente o abusando del potere dato loro da lui per condurli a “un domani migliore”.

Pertanto, oltre alla conoscenza che tu e i tuoi figli riceverete dalla scuola e dall’università, assicuratevi che vi venga insegnata l’educazione, il comportamento corretto e l’educazione. Molte di queste lezioni ti sono date dalla natura stessa, se ti avvicini ad essa.

Se mi chiedi, che cosa possa fare altro, sto leggendo!

Giornali, riviste, blog, sport: non si può diventare molto istruiti quando si legge solo ciò che si vuole.

“Imparare senza pensare è vano, pensare è pericoloso senza imparare”, 

 Confucio.

Il Potere Delle Convinzioni

Il Potere Delle Convinzioni

Le convinzioni sono tutto ciò che noi crediamo vero ed hanno il potere di plasmare la nostra visione della realtà. In breve, un qualcosa, un’idea che diamo come certa.

Le convinzioni possono essere potenzianti o limitanti:

  • Le convinzioni potenzianti è un concetto che incute in noi un messaggio positivo: se credi di poter svolgere un’azione probabilmente ce la farai (“ Sono io il responsabile del mio destino”)
  •  Le convinzioni limitanti sono le catene invisibili che bloccano, limitano e impongono determinate azioni da compiere e che in pratica non permettono di esprimere il proprio potenziale (“Sono fatto così”)

Se noi ci convinciamo di una cosa, il nostro cervello ci farà notare prevalentemente tutto ciò che conferma quella cosa.

Molte delle convinzioni che abbiano sono figlie della cultura a cui apparteniamo, dell’epoca storica o della religione di riferimento, altre si formano in seno alla famiglia, portandoci ad assorbire il pensiero dei nostri genitori ed educatori già nei primissimi anni di vita.

Si creano nella nostra mente paradigmi che acquisiscono forma e sostanza di verità assolute ed inamovibili, quando in realtà sono solo il prodotto delle nostre convinzioni, stratificate in anni di azioni e conferme ripetute.

Noi traiamo soddisfazione e tranquillità interiore dal vedere confermati i nostri paradigmi, veri o falsi che siano e quindi il nostro cervello ci aiuta in questo. È il classico circolo vizioso.

In altre parole, si tratta della strategia inconscia che continuiamo ad utilizzare per fare esperienza della realtà. A tutti gli effetti, questa strategia cognitiva determina la realtà di chi la utilizza.

Ad esempio se un vostro collega, arriva a lavoro al mattino portando per tutti dei favolosi pasticcini in regalo, senza dare troppe spiegazioni.

A questo punto, è inevitabile che vi facciate un’idea del vostro collega, e questa idea dipenderà molto dalle vostre opinioni pregresse nei suoi confronti.

  • Immaginate di essere convinti che il collega sia uno di quelli che tende a fare le cose sempre e solo per ottenere un tornaconto personale.

Di fronte a questo suo comportamento, cos’altro potreste pensare, se non che abbia organizzato questo regalo solo per ottenere qualcosa in cambio?

  • Al contrario, se invece le opinioni che avete nei suoi confronti sono diverse e pensate invece che sia una persona davvero generosa, beh, allora tenderete ad apprezzare il regalo, confermando la vostra opinione pregressa.

Eppure, l’unico dato certo che avete a disposizione è che il vostro collega ha portato dei pasticcini, nient’altro. Ma i vostri cervelli a fronte di questo dato iniziano a rielaborare le informazioni utilizzando le esperienze passate

Il risultato?  Un solo comportamento, ma ben due realtà completamente diverse

Per migliorare le vostre performance e gestire la comunicazione in maniera efficace dovete conoscere le vostre strategie mentali e/o quelle del vostro interlocutore.  

Scegliere consapevolmente cosa credere è un atto di potere, non un potere formale, ma un potere effettivo. Non sono gli eventi esterni che hanno il potere di farci vivere bene, ma l’interpretazione che diamo a essi.

 La realtà è SEMPRE NEUTRA, né buona, né cattiva

Nel coaching la tecnica di Re incorniciare (usata da Richard Bandler e John Grider) significa trovare un’interpretazione che si adatti alla situazione in modo alterando valido ma che produca in te una risposta capace di espandere le tue possibilità.  Consiste nel cambiare il quadro entro il quale una persona percepisce certi eventi, allo scopo di cambiare il significato degli eventi stessi. Quando il significato cambia, le reazioni e i comportamenti della persona cambiano anch’essi.

“TUTTO È RELATIVO. PRENDI UN ULTRACENTENARIO CHE ROMPE UNO SPECCHIO: SARÀ BEN LIETO DI SAPERE CHE HA ANCORA SETTE ANNI DI DISGRAZIE.”
(ALBERT EINSTEIN)